L’augellino belverde

L’augellino belverde chiudeva nel 1765 la serie fortunatissima delle fiabe teatrali di Carlo Gozzi che con essa tornava ai personaggi che avevano ispirato quattro anni prima L’amore delle tre melarance, a partire da Lo cunto de li cunti di Giovan Battista Basile. Non solo una “seconda puntata” o un sequel ma una rivisitazione, dove si immagina che siano passati ben diciott’anni nel tempo vissuto dal re Tartaglia e dalla regina Ninetta, chiusa nel frattempo sotto il “buco della scaffa”, da Truffaldino e Smeraldina, da Pantalone e dagli altri.
L’augellino belverde è una sorta di “fiaba di formazione”, che pone al suo centro i gemelli “bastardi” Renzo e Barbarina, figli in realtà del re Tartaglia e della regina Ninetta, cresciuti alla lettura dei libretti dei filosofi moderni, che lasciano la casa dei genitori adottivi, Truffaldino e Smeraldina, e, attraverso un percorso di maturazione e disillusione, fiabesco ma non solo, trovano loro stessi.

Ne proponiamo una versione “cameristica”, per teatro d’attore e di figura, con burattini e statue ambulanti. “Cameristico” anche nel senso, con Čechov, della “camera che una volta si chiamava dei bambini, e il cui nome continua a restare”, luogo dei giochi, della fine dell’infanzia e del suo seppellimento, del suo ritorno oppressivo e pauroso.
Realizzare questo spettacolo al Teatro a l’Avogaria, dove lo spettacolo debutta in un’anteprima-studio, significa tornare a uno dei testi prediletti di Giovanni Poli, anzi quello con cui egli chiuse qui la sua esperienza nel 1978, dopo averlo allestito, tra l’altro, al teatro di Ca’ Foscari e allo IASTA di New York negli anni cinquanta e sessanta.

Lo spettacolo è finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del programma regionale per la promozione dei grandi eventi “Carlo Gozzi 1720-2020”

con Silvia Brotto, Maddalena Donà, Manuela Muffatto, Marika Tesser, Antonella Zaggia.
ideato e costruito da Piermario Vescovo e Antonella Zaggia.
collaborazione all’allestimento di Michela Degano.
con l’ausilio di: Alfio Spento (luci), Caterina Volpato (costumi), Lanfranco Lanza (collaborazione a scene e attrezzeria), Eugenio Facchin (consulente tecnico), Vincenzo Tosetto (organizzazione), Luca Pilli (registrazioni) e Master in fine arts and filmmaking di Ca’ Foscari, diretto da Maria Roberta Novielli.

INGRESSO LIBERO SU PRENOTAZIONE


NORME DI SICUREZZA

I posti a sedere saranno distanziati e la capacità del teatro ridotta

Obbligatorio l’uso della mascherina (non fornita dal teatro) che dovrà coprire correttamente naso e bocca

All’ingresso le persone in fila dovranno mantenere le distanze prescritte

L’ingresso sarà scaglionato: una persona alla volta, a senso unico

Verrà misurata la temperatura

Sarà presente un dispenser per sanificare le mani

NELLA PRENOTAZIONE INDICARE PER OGNI PERSONA: nome, cognome, indirizzo e numero di telefono

Al Teatro a l'Avogaria
10, 11 e 12 settembre 2020, ore 20:30

Prenotazioni
prenotazioni@teatro-avogaria.it
041.5285711 | 335.372889

Categorie: Spettacoli